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L.R. Vicenza: TESTACODA VERSO LA MISSIONE (IM)POSSIBILE!
- Dettagli
- Published on Venerdì, 12 Novembre 2021 15:05
- Scritto da Andrea Turetta
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Il Lanerossi è uscito dal “del Duca” di Ascoli facendo per la decima volta (2-1 per i bianconeri il risultato) in dodici gare, la fine del… topo. Altroché gatto! C’è ben poco da girarci attorno, è crisi profonda (4 punti in 12 gare), difficile da arginare, se non peggio, eludere. Del resto pure in terra marchigiana, la sostanza che ne esce è sempre la stessa: confusione, timidezza, povertà di idee, di manovra, mancanza di ritmo, limiti tecnico-tattici palesi, errori singoli, di gruppo, tecnico compreso (qualche scelta è stata perlomeno discutibile) e chi più ne ha più ne metta…
Detto ciò, sarebbe troppo facile puntare il dito e… sparare sulla Croce Rossa, per cui, come giusto e doveroso sia, ci si deve aggrappare alla matematica (ci sono ancora 26 partite e 78 punti a disposizione; per salvarsi si dovrà raggiungere almeno quota 42/43) ma, prima di tutto, alla consapevolezza del gruppo berico (al completo!) di poter affrontare la lunga rincorsa, al limite dell’impossibile. La sosta non dovrà essere vissuta come semplice stop and go, bensì come spazio per un recupero quasi perfetto, di più singoli giocatori possibili, per dare alla squadra, finalmente, un minimo di gioco che possa far palesare un netto cambio di tendenza, di visione, su cui puntare per il proseguo del cammino.
Lasciando da parte troppe alchimie tattiche, diventerà fondamentale porre sul campo (di gara) “le armi dei poveri” fatte di corsa veloce ma ragionata, pressione in marcatura, anticipo sulle giocate, grinta da vendere, cuore… in una battuta, ponendo sul campo più “fame” su ogni palla dell’avversario, senza più guardarlo in faccia (per la sola cronaca, il prossimo sarà la capolista Brescia di mister Pippo Inzaghi, match in programma sabato prossimo 20 novembre, al “Menti” alle ore 18.30) chiunque esso sia. Qui c’è assolutamente da difendere il blasone biancorosso, la città e provincia berica, due palloni d’oro, risultati eccezionali conseguiti (anni di A, promozioni, Coppa Italia, europea ad un passo…), non c’è più spazio per allentare la presa, per… nascondersi, bisogna diventare, tutti assieme, VICENZA!
Ogni altra riflessione ci porterebbe a non giungere più a soluzione, ad esempio soffermandoci troppo sul mercato invernale (c’è invece da lavorare bene, stando sul pezzo con l’attuale rosa, per i cambiamenti ci sarà tempo…), o sul cambio di direzione sportiva, che ha visto l’avvicendamento da Giuseppe Magalini a Federico Balzaretti (classe 1981, nella carriera da giocatore ha vestito le maglie di Roma, Palermo, Fiorentina, Juventus, Torino, Siena e Varese registrando 221 presenze in Serie A, 130 in Serie B e 44 in Serie C e 16 in Nazionale, conquistando l’argento agli Europei 2012. Dal 2015 al 2019 ha ricoperto un ruolo dirigenziale nell’area sportiva dell’AS Roma, come responsabile dei giocatori in prestito, e nella stagione 2017/2018 come vice direttore sportivo, operando nel mercato italiano ed internazionale a fianco del ds Monchi) cui spetterà un lavoro di scouting (di qualità e sostanza!) mica da poco: Auguri! E degli ex (Vandeputte, Gori, Di Gennaro, Pucino, stanno ben comportandosi a Catanzaro, Cosenza e Bari…) che quando sono qui sembrano perdere smalto, per poi rinascere in casa altrui, che dire? Per non parlare poi dei rapporti non sempre idilliaci tra proprietà-dirigenza e (parte) della tifoseria. Ovviamente tutto rientra nel “gioco” delle parti, quando, purtroppo, i conti non tornano, soprattutto a livello agonistico, che poi è, inevitabilmente, l’ambito che più balza agli occhi. Lasciamo perdere…
Prendiamo semmai l’eccellente spicchio di biancorosso che finisce in Nazionale con: Filippo Ranocchia (convocato in Under 21), Semuel Pizzignacco (Under 20), Tommaso Mancini, Thomas Sandon (Under 19) e Filippo Alessio (Under 18). Evidentemente il settore giovanile berico, guidato ottimamente dal direttore NIcolin, sta producendo un ottimo lavoro e un vivaio conseguente. Complimenti!
Detto ciò, ci pare il caso di limitare le parole (in questa fase la polemica è dannosa, la critica può servire unicamente se la si sa “leggere”), guardando solo ed esclusivamente, al campo. Azzeriamo tutto quanto fatto (e disfatto) finora, volendo assolutamente preservare il bene del Vicenza, della categoria, che va difesa con ogni “arma” lecita ma affilata il giusto, per superare qualsiasi avversario ci si pari di fronte. Va bene lavorare al meglio durante la settimana (e magari una piccola corsa defaticante verso Monte Berico…) come afferma sempre il mister, poi però serve il riscontro il giorno della gara, è lì che tutto deve tornare. Anche a costo di lavorare male negli allenamenti per poi tenere le energie psico-fisiche per il solo match. Chissamai? Può sempre darsi che in rosa fino ad oggi si celino dei piccoli-grandi Maradona, Zico, Platini, cui basta mezzo allenamento per poi colpire a morte l’avversario, chi lo può mai dire?
(Mezze) battute a parte, da tifosi prima che da giornalisti, vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno fino all’ultima goccia (di sudore!) di speranza, per cui affrontiamo tutti assieme il domani con ancor maggior consapevolezza e voglia, dimostrando che il Vicenza di ieri non è più quello di oggi e domani, che i ragazzi in campo sanno bene cosa fare e come giocare per colpire l’antagonista di turno. La classifica chiama, il tempo stringe, il Lane deve assolutamente rispondere, con impietosa… felineria. A cominciare dalle “rondinelle”, facendole volar basse. Molto basse…
di Luca Turetta