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NIPPO VINI FANTINI: FUGA E VOLATA. PRIMA TAPPA AL TOUR OF OMAN CORSA ALL’ATTACCO
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- Published on Mercoledì, 15 Febbraio 2017 09:50
- Scritto da Andrea Turetta
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Tour of Oman, il team NIPPO Vini Fantini non resta a guardare e corre all’attacco. Subito in fuga con Alan Marangoni, tra i più combattivi di giornata e ultimo a mollare a 10km dal traguardo. In volata Marco Canola e Kazushige Kuboki lavorano per Eduard Grosu che partecipa alla volata chiudendo 12°.
Bettini Photo
Tour of Oman - Tappa1, Al Sawadi Beach › Naseem Park
Il team NIPPO Vini Fantini debutta al Tour of Oman e parte subito all’attacco, con Alan Marangoni che entra nella fuga di giornata, partita in avvio di gara e composta da 5 corridori: Aimé De Gendt, Alan Marangoni, Guiseppe Fonzi, Christophe Masson e Larry Warbasse.
La fuga raggiunge un vantaggio di 3’30’’ e quando la corsa entra nel vivo la buona collaborazione tra i fuggitivi fa si che si protragga, nonostante gli sforzi del gruppo, sino a 10 km dal traguardo quando Alan Marangoni è l’ultimo a mollare e venire riassorbito dal gruppo ormai lanciato verso l’arrivo in volata.
Entrano quindi in scena Marco Canola e Kazushige Kuboki con il compito di supportare Eduard Grosu in volata. Nonostante la sfortunata caduta del corridore nipponico, il velocista rumeno riesce ad arrivare sulle ruote dei migliori provando a giocarsi le sue carte e chiudendo con un piazzamento (12°) alle spalle del vincitore di giornata, Alexander Kristoff del Team Katusha - Alpecin.
Stefano Giuliani, che ha guidato il team dall’ammiraglia commenta così la prestazione: “Il primo obiettivo di oggi era entrare nella fuga, in una tappa che poteva di fatto avere due tipi di arrivi la volata o appunto la buona riuscita della fuga. Ci siamo riusciti con la prontezza ed esperienza di Alan Marangoni. In caso di arrivo in volata dovevamo portare Grosu in testa negli ultimi km e su questo hanno lavorato bene Marco Canola e Kazushige Kuboki. Purtroppo una volta raggiunta la ruota di Boonen il corridore nipponico ha avuto una sfortunata caduta, ma la forza di Eduard Grosu gli ha permesso comunque di arrivare a giocarsela dietro ai migliori chiudendo con un piazzamento.”
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