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La famiglia ha venduto la società per 150 milioni di euro a un gruppo di imprenditori newyorkesi. Dovrebbe mantenere una[…]
Source: Repubblica.it
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“La cosa più importante è la libertà del nostro Paese. Credo che sia il momento per chiedere a tutti gli[…]
Source: Il Fatto Quotidiano
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Quello globale tocca i 324 mila miliardi di dollari. Situazioni e obiettivi dei vari Paesi tuttavia sono differenti. Gli Stati[…]
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Source: Gazzetta.it
Anita Likmeta - L’aquila nera
- Dettagli
- Published on Martedì, 22 Aprile 2025 10:28
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 71
«Non ricordo chi fu il primo a vederlo, se mio cugino Armand o sua sorella Xhixhja. Ricordo però che facemmo subito capannello intorno a quello strano ritrovamento. Un lungo osso bianco era affiorato dalla terra e se ne stava lì, mezzo dentro e mezzo fuori, come la radice di un albero.» Fine estate 1994. A Rrubjekë, un villaggio con le case basse di pietra e i campi che si estendono a perdita d’occhio, una banda di ragazzini in cerca di avventure si imbatte nei resti di alcuni soldati italiani. Anita è la più piccola del gruppo, ma percepisce tutta la drammaticità di quel momento in cui la morte si rivela ai suoi occhi nell’uliveto non lontano dalla casa dove vive con i nonni. È allora che comincia a farsi domande che la porteranno a decidere di raccontare una storia dolorosa condivisa tra le sue due patrie: quella natale, l’Albania, e quella d’adozione, l’Italia. Tra legami profondi e ferite aperte, tra cronaca familiare e tragedia collettiva, Likmeta sottrae all’oblio una vicenda complessa che si snoda su più piani temporali, dagli anni trenta agli anni novanta del Novecento, fino ai giorni nostri. Scoprirà così che l’Italia non è stata solo quella degli invasori, delle navi che riempirono il porto di Durazzo il 7 aprile 1939, delle uniformi per le strade di Tirana, dei manifesti con il volto di Mussolini, dell’italiano imposto come lingua del potere. Un’altra Italia non si era limitata a eseguire ordini e, nel caos dell’8 settembre 1943, aveva scelto. Di quelle testimonianze diventa urgente ritrovare e custodire la memoria. Soprattutto oggi, nella consapevolezza che «il fascismo non è un ricordo del passato. L’invasione dell’Albania non è un fatto archiviato nei manuali. Raccontarla significa strapparla alla retorica e alla neutralità. Significa dire che dietro le manovre politiche, le leggi, i trattati, c’erano volti, mani, terre spaccate e storie che si sono spezzate».
L’aquila nera di Anita Likmeta è un libro intenso e commovente che si inserisce con forza nel panorama della letteratura impegnata ad esplorare le cicatrici del passato e la memoria collettiva. Attraverso una narrazione articolata su più piani temporali, che vanno dagli anni trenta fino ai giorni nostri, l’autrice costruisce un quadro complesso e profondo delle vicende storiche che hanno segnato l’Albania e il suo rapporto con l’Italia.
La trama, raccontata attraverso gli occhi di Anita, una bambina che cresce in un villaggio albanese, si trasforma in un percorso di scoperta delle proprie origini, delle ferite non cicatrizzate e dell’importanza di ricordare. Il ritrovamento di un osso bianco diventa il simbolo di un passato nascosto e di una memoria da recuperare, un mezzo per confrontarsi con le verità dolorose che troppo spesso vengono trascurate o taciute.
Quest’opera si distingue per la sua capacità di intrecciare l’aspetto personale con quello storico e collettivo, offrendo con sensibilità un ritratto delle complessità di un passato segnato dall’occupazione fascista, dalla guerra e dalle conseguenze di un colonialismo che ha lasciato tracce profonde nelle vite degli individui. Likmeta non si limita a narrare eventi storici, ma invita il lettore a meditare sul ruolo della memoria, sull’importanza di non dimenticare e sull’urgenza di assumersi le proprie responsabilità collettive.
Lo stile narrativo è coinvolgente e ricco di dettagli suggestivi, capace di creare un’atmosfera intima e al contempo universale. La voce di Anita, con la sua innocenza e il suo desiderio di comprendere, diventa uno strumento potentissimo per affrontare temi come l’identità, il dolore, il perdono e la necessità di preservare la memoria storica.
L’aquila nera è un volume che trasmette un messaggio forte e attuale: la memoria storica non rappresenta solo un dovere, ma un gesto di giustizia e di umanità. Anita Likmeta riesce ad evocare con sensibilità e rigore un passato complesso, offrendo al lettore uno strumento di riflessione sulla nostra storia e sul nostro presente, affinché le ferite possano infine trovare un senso di guarigione.
L’Autrice:
Anita Likmeta, nata a Durazzo in Albania e naturalizzata italiana, è scrittrice e giornalista. Ha scritto per la rivista «La Biennale di Venezia» e collabora con diverse testate. Il suo primo romanzo, Le favole del comunismo (Marsilio, 2024), ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio internazionale Viareggio-Rèpaci e il Premio letterario Giuseppe Dessì.
Anita Likmeta
L'aquila nera
Una storia rimossa del fascismo in Albania
Marsilio Editori
pp. 240, 1° ed.
2025
Gli specchi
9788829792221
17,00 euro
Per ulteriori info:
https://marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/2979222/l-aquila-nera