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L’Ucraina è quasi totalmente allineata al piano di pace americano. Il ministro della Difesa, Rustem Umerov, lo ha detto anche[…]
Source: Il Fatto Quotidiano
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Source: Repubblica.it
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Source: Gazzetta.it
Oreste Pollicino e Pietro Dunn – Intelligenza Artificiale e Democrazia
- Dettagli
- Published on Martedì, 18 Febbraio 2025 16:36
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 65
Dall’Europa alla Cina, passando per gli Stati Uniti: gli ultimi mesi si sono caratterizzati per una vera propria (rin)corsa alla regolazione del nuovo ecosistema digitale, rivoluzionato dall’avvento di un’intelligenza artificiale che rappresenta una miscela esplosiva tra opportunità di crescita – economica, tecnologica e scientifica – e rischi per la società e la democrazia. Fenomeni come la disinformazione e la discriminazione algoritmica possono infatti minare nel profondo i pilastri su cui si fonda lo stato di diritto, ma la loro regolamentazione non appare affatto semplice. Come trovare, quindi, il giusto equilibrio tra “Intelligenza artificiale, tutela della democrazia e valorizzazione dell’innovazione?”? A questa domanda tenta di rispondere il saggio di Oreste Pollicino e Pietro Dunn, edito da Bocconi University Press. Rispettivamente professore ordinario di Diritto costituzionale all’Università Bocconi e dottore di ricerca in Law, Science and Technology presso l’Università di Bologna, Pollicino e Dunn indagano il rapporto tra tecnologie emergenti, innovazione valori democratici come dignità, pluralismo e uguaglianza, oggi sotto stress. Nel farlo, gli autori evitano pregiudizi negativi o positivi sull'impatto delle nuove tecnologie. “Siamo pienamente convinti”, spiegano, “che i due orientamenti meno indicati per valutare il rapporto tra tutela dei diritti e valori fondamentali e nuove tecnologie siano quello di matrice distopica e quella di base utopistica”. Lo studio degli autori parte tuttavia da un presupposto chiaro: definire l'intelligenza artificiale (IA) come una mera tecnologia sarebbe riduttivo. L'IA rappresenta un ecosistema digitale complesso, dove la quantità di dati disponibili e la potenza computazionale svolgono un ruolo cruciale, ma a mancare è il “fattore umano”. Per indagare il potenziale impatto dell’automazione sui valori democratici, quindi, gli autori individuano due campi di azione tanto critici quanto privilegiati. Il primo è la disinformazione, ovvero la diffusione intenzionale di contenuti falsi, che sfida i principi del “libero mercato delle idee” e richiederebbe una regolamentazione armonizzata tra Paesi occidentali, sebbene le divergenze tra Usa ed Europa rendano difficile una soluzione condivisa. Il secondo riguarda la discriminazione algoritmica e il principio di uguaglianza. Basandosi su codici e dati che riflettono bias esistenti, l’IA non è una tecnologia neutrale e potrebbe perpetuare gerarchie e dominazioni già esistenti. È essenziale, quindi, stabilire un quadro legale che garantisca la tutela delle categorie discriminate e minoritarie per mantenere una società democratica e pluralistica. A complicare lo scenario globale, tuttavia, c’è il crescente strapotere delle Big Tech. L'influenza delle piattaforme digitali, attraverso il loro potere algoritmico, ha trasformato i soggetti privati in veri e propri poteri con un ruolo para-costituzionale, con implicazioni significative per la sfera pubblica e per la libertà di espressione. La digitalizzazione e la profilazione massiva hanno creato nuove forme di potere e controllo, sollevando questioni critiche riguardo alla protezione dei diritti fondamentali. La reazione europea a questi sviluppi ha visto un aumento della regolamentazione, come evidenziato dal GDPR e dalle normative sul digitale, ma anche una frammentazione delle leggi e un rischio di isolamento rispetto ad altre regioni. Secondo gli autori, di fronte a uno scenario in così rapido e profondo cambiamento, il “costituzionalismo digitale” europeo dovrebbe entrare in una nuova fase, che non implichi esclusivamente una semplice celebrazione dei diritti fondamentali dei cittadini ma che sia in grado di bilanciare la regolamentazione con la protezione dei diritti e la circolazione dei dati evitando un’eccessiva frammentazione e mantenendo un dialogo con gli altri attori della scena globale, Usa in testa. Solo così, l’Europa potrà da un lato evitare di chiudersi in una fortezza inespugnabile che disincentivi lo sviluppo tecnologico, la crescita economica e il progresso sociale, dall’altro preservare dignità, democrazia, stato di diritto, pluralismo, uguaglianza, rispetto dei diritti umani. Ovvero, i valori che l’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea pone quale bussola per navigare verso il futuro.
Il libro "Intelligenza Artificiale e Democrazia" di Oreste Pollicino e Pietro Dunn rappresenta un'importante riflessione sui complessi rapporti tra le tecnologie emergenti, in particolare l'intelligenza artificiale (IA), e i valori democratici fondamentali. Gli autori, entrambi esperti nel campo del diritto e delle tecnologie, offrono un'analisi approfondita delle sfide e delle opportunità poste dall'IA, evitando approcci distopici o utopistici, ma cercando un equilibrio pragmatico.
Uno degli aspetti più significativi del libro è l'approccio critico verso la disinformazione e la discriminazione algoritmica. Pollicino e Dunn mettono in evidenza come la diffusione di contenuti falsi possa minacciare il "libero mercato delle idee" e come l'IA, sebbene possa apparire neutrale, in realtà rifletta e perpetui pregiudizi esistenti. La necessità di una regolamentazione armonizzata, specialmente tra Stati Uniti ed Europa, è uno dei temi centrali, dato che le divergenze culturali e giuridiche complicano la creazione di un quadro normativo efficace.
Il libro affronta anche la crescente influenza delle Big Tech, che, attraverso il loro potere algoritmico, hanno assunto un ruolo quasi costituzionale nella società contemporanea. Questa situazione solleva interrogativi fondamentali riguardo alla protezione dei diritti individuali e alla libertà di espressione, rendendo urgente la definizione di un "costituzionalismo digitale" europeo. Gli autori propongono una visione in cui la regolamentazione non sia solo una questione di protezione dei diritti, ma anche di promozione di una circolazione dei dati che non ostacoli l'innovazione e il progresso sociale.
"Intelligenza Artificiale e Democrazia" è una lettura fondamentale per chiunque sia interessato a comprendere il delicato equilibrio tra tecnologia e valori democratici. Con una narrazione chiara e ben argomentata, Pollicino e Dunn invitano a riflettere su come l'Europa possa affrontare le sfide dell'era digitale senza compromettere i principi su cui si fonda la democrazia. Questo saggio non solo fornisce un'analisi critica dell'attuale panorama digitale, ma offre anche spunti di riflessione per il futuro, sottolineando l'importanza di un dialogo globale in un mondo sempre più interconnesso.
GLI AUTORI:
Oreste Pollicino è professore ordinario di diritto costituzionale e diritto dei media presso l’Università Bocconi. Direttore del Master in Law of Internet technology presso la stessa Università, rappresenta l'Italia presso l'Agenzia europea per la protezione dei diritti fondamentali di Vienna. Nel 2022 è stato a capo del gruppo di lavoro che ha redatto il Codice di Condotta "rafforzato" dell'Unione europea contro la disinformazione online, ancora oggi in vigore.
Pietro Dunn è dottore di ricerca in Law, Science and Technology presso l’Università di Bologna e presso l’Università del Lussemburgo.
Intelligenza artificiale e democrazia – Opportunità e rischi di disinformazione e discriminazione
di Oreste Pollicino e Pietro Dunn
Egea, 2024
pp. 240
€ 29,90
In libreria da venerdì 30 agosto 2024
Per ulteriori info: