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Source: Gazzetta.it
Alfred Hitchcock - Io confesso - Conversazioni sul cinema allo stato puro
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- Published on Lunedì, 21 Ottobre 2024 15:18
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 46
La grande fama di Alfred Hitchcock è sempre stata accompagnata da una grande esposizione mediatica: il «maestro del brivido» non si è mai negato ai giornalisti, e le sue interviste si contano a centinaia. In questo volume ne sono raccolte una ventina, scelte con la massima cura in modo da illustrare gli snodi più importanti della sua lunga carriera: il passaggio dal muto al sonoro, dall’Inghilterra all’America, dal giallo d’azione al thriller psicologico, dal ruolo di regista a quello di regista-produttore. Ricche di aneddoti poco noti, battute, divagazioni, queste interviste offrono il ritratto di un artista dalla mente sottile e vivace, sempre pronto a reinventarsi nel confronto con gli interlocutori (fra cui personaggi d’eccezione come Andy Warhol e Claude Chabrol), ma anche di un professionista del cinema che ama discutere su argomenti tecnici come la creazione della storia, il ruolo degli attori, l’uso del colore, il rapporto con la televisione.
Il libro "Io confesso - Conversazioni sul cinema allo stato puro" di Alfred Hitchcock si presenta come un’affascinante raccolta di interviste del maestro del brivido, racchiudendo l'essenza di un genio del cinema la cui carriera si è estesa per oltre cinquant'anni. Con una selezione curata di 20 conversazioni, l'opera offre una panoramica intrigante e profonda sull'evoluzione artistica di Hitchcock, dal muto al sonoro e dal Regno Unito agli Stati Uniti.
Le interviste vanno oltre semplici aneddoti e curiosità poco conosciute: rivelano anche il pensiero critico e analitico di Hitchcock sui vari aspetti della sua arte, dalla costruzione della trama all'importanza delle performance attoriali, fino ad approfondimenti sull'uso del colore e sul suo rapporto con il mondo televisivo. Ogni dialogo mette in luce la sua acuta intelligenza e il suo innato senso dell'umorismo, rendendo la lettura piacevole e stimolante.
Inoltre, la presenza di interlocutori di prestigio come Andy Warhol e Claude Chabrol arricchisce ulteriormente il dibattito, dimostrando come Hitchcock fosse non solo un regista di fama, ma anche un pensatore capace di dialogare con le correnti artistiche e culturali del suo tempo. La sua abilità nell'analizzare il medium cinematografico evoca una certa nostalgia, riportando alla mente i momenti storici in cui il cinema stava evolvendo. Il lettore si trova così immerso in un mondo dove tecnica e narrazione si intrecciano in modo straordinario.
"Io confesso" è dunque un'opera imperdibile per gli amanti del cinema, un viaggio affascinante nella mente di uno dei più importanti registi di tutti i tempi. La narrazione si mantiene vivace e coinvolgente, proprio come i film di Hitchcock, rendendo il libro non solo una risorsa preziosa per studiosi e critici, ma anche una lettura avvincente per chiunque voglia approfondire l'arte dietro il "brivido" che ha incantato generazioni di spettatori.
L’Autore:
Alfred Hitchcock
1899 Alfred Joseph Hitchcock nasce il 13 agosto nel quartiere londinese di Leytonstoke; è il terzo figlio di William ed Emma Hitchcock.
1910-13 Frequenta il Saint Ignatius College di Londra, una scuola secondaria gestita dai gesuiti la cui disciplina mentale e fisica gli rimarrà impressa nella memoria per molto tempo.
1915 Comincia a lavorare presso la Henley Telegraph and Cable e nel frattempo studia arte e disegno; comincia a praticare quest’ultimo professionalmente quando viene trasferito al reparto pubblicitario della stessa compagnia.
1920 Ottiene un lavoro presso gli studi della Famous Players – Lasky Corporation, a Islington, dapprima come autore delle didascalie per i film muti, ma ben presto amplia le sue competenze diventando sceneggiatore, scenografo, aiuto regista, assistente alla produzione e, saltuariamente, operatore di ripresa.
1924 In Germania lavora al film The Blackguard, del quale scrive il copione e supervisiona la produzione. Il contatto diretto con la pratica e la teoria del cinema tedesco lo influenzerà moltissimo.
1925 Primi importanti incarichi da regista: Il giardino del piacere e L’aquila della montagna (purtroppo andato perso), entrambi girati fra la Germania e l’Italia.
1926 Dirige Il pensionante, spesso definito il primo vero film di Hitchcock. Il 2 dicembre sposa Alma Reville, un’esperta addetta al montaggio nonché sceneggiatrice con la quale aveva lavorato. A partire da questo momento, rimarrà sempre una preziosa collaboratrice e consulente per il regista, in modo più o meno riconosciuto. Il 7 luglio del 1928 nascerà Patricia Alma, la loro unica figlia.
1929 Dopo nove film muti, Hitchcock gira Ricatto, che esce nelle sale sia in versione muta sia – accompagnato da un grande battage pubblicitario – come il primo film inglese interamente sonoro, sul quale poi si discuterà molto proprio per l’uso ingegnoso che il regista fece del suono.
1934-38 Viene sempre più identificato come un regista di spy-thriller popolari ma pieni d’inventiva dal punto di vista cinematografico; fra questi, L’uomo che sapeva troppo (1934), Il club dei trentanove (1935) e La signora scompare (1938).
1939 Termina il suo cosiddetto «periodo inglese», e con la famiglia si trasferisce a Hollywood. Lì stipula un contratto col produttore David Selznick e gira Rebecca, la prima moglie (1940).
1940-46 Alla realizzazione di film con ambientazioni di guerra (Agente segreto [1940], I sabotatori [1942], Notorious [1946]) alterna thriller con uno sfondo più quotidiano, tra cui Il sospetto (1941), il suo primo film con Cary Grant, e L’ombra del dubbio (1943), che citerà sempre come uno dei suoi lavori preferiti.
1946 Fonda, assieme a Sidney Bernstein, la casa di produzione Transatlantic Pictures. Dirige Nodo alla gola (1948) – suo primo film a colori, suo primo film con James Stewart, nonché esperimento rivoluzionario, in quanto costituito da una serie di piani sequenza ininterrotti – e Il peccato di Lady Considine (1949).
1949 La Transatlantic Pictures si scioglie e Hitchcock firma un contratto con la Warner Brothers. Il regista ha spesso descritto i lavori di questo periodo come una «corsa ai ripari», anche se comprendono Delitto per delitto (1951), che oggi viene generalmente indicato come uno dei suoi film più importanti.
1954 Nell’intervallo tra due simpatici «prodotti d’intrattenimento», ovvero Delitto perfetto (1954), girato in 3D, e Caccia al ladro, che vede recitare assieme Cary Grant e Grace Kelly e diventa una sorta di paradigma per tutti i film che ruotano attorno a un colpo grosso, Hitchcock dirige La finestra sul cortile (1954), con James Stewart e Grace Kelly.
1955 Il 2 ottobre va in onda la prima puntata di Alfred Hitchcock presenta, una serie di episodi da trenta minuti creati per la televisione. Questa popolarissima serie continuerà a essere prodotta fino al 1962, e sarà seguita da tre anni dell’altrettanto fortunata Ora di Hitchcock. La comparsa del regista all’inizio e al termine di ogni puntata fa sì che la sua immagine e il suo curioso umorismo macabro diventino immediatamente riconoscibili. Hitchcock diresse in prima persona diciotto di questi episodi (e altri due per serie simili).
1958 Esce La donna che visse due volte, con James Stewart e Kim Novak.
1959 Esce Intrigo internazionale, con Cary Grant e Eva Marie Saint.
1960 Esce Psycho, con Janet Leigh e Anthony Perkins. Girato con un budget limitato e impiegando la stessa troupe della serie televisiva, il film produrrà enormi guadagni e diverrà un prototipo per il moderno horror psicologico.
1963 Esce Gli uccelli, con Tippi Hedren e Rod Taylor. Gli effetti speciali impiegati, assieme alla promozione intelligente di un instancabile Hitchcock, garantiscono al film un successo immediato.
1964 Esce Marnie, con Tippi Hedren e Sean Connery, che avrà un riscontro negativo sia da parte di pubblico che di critica.
1966 Si incontra con François Truffaut per una serie di interviste che ripercorrono tutta la sua carriera, dagli esordi fino a quel momento. L’incontro, durato una settimana, costituirà le basi per un libro pubblicato in francese nel 1966 e in inglese l’anno seguente. Questo libro, successivamente ampliato e aggiornato con ulteriori interviste, rappresenta una fase importante nella ricezione di Hitchcock da parte della critica come regista serio e importante, e come artista riflessivo e conscio del proprio mestiere, oltre che come intrattenitore popolare.
1972 Dopo altri due insuccessi commerciali e di critica, Il sipario strappato (1966) e Topaz (1969), esce Frenzy, con Jon Finch e Barry Foster: accolto come un ritorno del regista alla sua forma migliore, il film attirò l’attenzione anche per la sua inquietante brutalità.
1976 Esce Complotto di famiglia, con Karen Black, Bruce Dern, Barbara Harris e William Devane. È l’ultimo film girato interamente da Hitchcock. In seguito il cineasta lavorerà a vari progetti, ma non sarà più in grado di portare avanti la faticosa attività della regia.
1979 A marzo viene insignito del premio alla carriera dall’American Film Institute. A dicembre la regina Elisabetta II lo nomina Cavaliere Comandante dell’Impero Britannico.
1980 Si spegne il 29 aprile.
Alfred Hitchcock
Io confesso - Conversazioni sul cinema allo stato puro
Minimum Fax
Titolo originale: Alfred Hitchcock Interviews
Traduzione: Riccardo Bnà
ISBN: 978-88-3389-579-6
Pagine: 368
Pubblicazione: ago 2024
19,00 €
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