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Source: Gazzetta.it
Intervista con i Parabola
- Dettagli
- Published on Mercoledì, 12 Maggio 2021 11:05
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 1287
E’ disponibile su tutte le piattaforme digitali “Difendi”, il nuovo singolo della band milanese Parabola per l’etichetta Ala Bianca. Un percorso di analisi sul presente e sul futuro delle nuove generazioni, che si scontra ogni giorno con la realtà della vita quotidiana, composta da innumerevoli salite e strade sconnesse difficili da affrontare. Il sound pop-rock con contaminazioni elettro-trap è l’incontro tra la band milanese composta da Ludovica Trinx (voce e chitarra), Simone Vitellaro (chitarra), Luca Di Benedetto (basso) e il giovane producer F. T. Kings. Ecco l’intervista gentilmente rilasciata…
E’ uscito il vostro nuovo singolo, “Difendi”. Un po’ un invito alle nuove generazioni a non arrendersi, a non rinunciare ai propri sogni anche in questi tempi particolarmente difficili… C’è voluto molto tempo per preparare questo vostro lavoro discografico?
Ludovica: L’idea di collaborare con F.T. Kings e dare ai brani un tocco pop/trap era nell’aria già da parecchi mesi. Così, abbiamo approfittato delle vacanze natalizie 2020 per iniziare questa sperimentazione con il giovane producer, sotto la supervisione del nostro direttore artistico Nati. Volevamo ottenere un sound al passo coi tempi ma mantenendo il sapore originale della band dal background rock/metal. Il testo del brano è stato scritto da Ludovica su un beat prodotto da F.T. Kings, dopodiché abbiamo lavorato insieme in studio per creare un arrangiamento sullo scheletro del beat, mantenendo però elementi di elettronica e trap. Il risultato così contaminato ci ha convinti al primo istante, nonostante ci trovassimo in terre straniere, e in meno di tre mesi “Difendi” ha preso forma.
Avete in progetto un album a seguire questo vostro singolo?
Simone: C’è sicuramente in programma l’uscita di nuovi singoli. Per un album o una raccolta decideremo in un secondo momento, poichè sentiamo che adesso è il momento giusto per noi di sperimentare e creare nuove contaminazioni.
Quella di oggi appare come una società sempre più individualista… Nella musica le cose stanno un po’ diversamente? C’è voglia di collaborare tra artisti?
Luca: L’ultimo periodo ha rafforzato molto la comunicazione e ha fatto sì che nascessero molte collaborazioni tra artisti, soprattutto a distanza. Sembra che tra i musicisti si stia creando una rete più solida e vediamo in questo molte possibilità. Abbiamo notato una maggiore voglia di ascoltare e di essere insieme per farsi forza a vicenda. Speriamo che si continui in questa direzione e che non sia solo un breve sogno, dettato dalle difficoltà del momento.
I lockdown, la pandemia mondiale… Hanno offerto anche degli spunti di riflessione per delle nuove canzoni?
Ludovica: Molto. Le canzoni che scriviamo sono il frutto delle esperienze che viviamo e della realtà circostante, e la pandemia ha cambiato radicalmente tutto questo. Soprattutto è aumentata la nostra sensibilità verso il genere umano, che ha mostrato le sue debolezze, paure e bisogni. Siamo estremamente attenti a ciò che comunichiamo con musica e parole. Vediamo nelle persone un estremo bisogno di emozionarsi, di provare sensazioni autentiche, che le facciano sentire vive.
Quali pensate siano le cose che piacciono di più di voi al pubblico che vi segue?
Ludovica: Dalle persone che ci seguono ci vengono spesso attribuiti aggettivi come “onesti”, “veri”, “puri”, ed è una cosa che apprezziamo tantissimo, perchè significa che il nostro intento di apparire proprio come siamo, nella nostra naturalezza, arriva forte e chiaro al pubblico.
A livello nazionale ed internazionale… pensate stiamo uscendo dal periodo di crisi (o secondo alcuni, di profonda trasformazione) discografica?
Simone: Pensiamo che l’attuale situazione discografica sia la conseguenza naturale di un nuovo sistema di fruire la musica, una trasformazione irreversibile della discografia per come siamo sempre stati abituati a conoscerla, l’unico modo per uscirne è guardando al futuro piuttosto che al passato.
E’ stato difficile trovare chi credesse nella vostra musica?
Simone: Trovare qualcuno che credesse nella nostra musica senza compromessi è stato molto difficile ma alla fine sono state apprezzate le nostre idee, il nostro stile e soprattutto il nostro approccio musicale, che abbiamo sempre mantenuto nonostante i cambi di genere.
Cosa vi piace e cosa meno dell’ambiente discografico?
Luca: Da artista, trovo che essere circondato da un team che ci segue prima e dopo la produzione sia alquanto incoraggiante, piuttosto che lavorare da indipendente e avere il 100% delle responsabilità. Dall’altro lato, avere qualcuno che crede in te crea altri tipi di responsabilità, quali tempistiche da rispettare e la sfida di creare sempre produzioni che non siano solo belle, ma anche coerenti in questo contesto. Il segreto è trovare un equilibrio tra le necessità dell’artista e quelle del mercato.
Sul canale YouTube della band il videoclip ufficiale:
Fare musica spesso è considerato come una necessità?
Ludovica: (Da chi?) Se s'intende a livello personale, un artista ha certamente bisogno di fare musica per il piacere che ne scaturisce, per liberare ciò che ha dentro e forse per l'egocentrismo che ci contraddistingue. Comunque pensiamo che l'atto del creare sia una delle cose al mondo che ci rende più vivi e ci nobilita, avvicinandoci al divino. C'è chi costruisce case, chi strade o città; chi crea una nuova vita; c'è chi scrive romanzi; e poi ci sono quelli come noi, che facciamo musica. Sono tutti atti d'amore per dare un senso alle nostre esistenze.
Oggi, vedete molti giovani di talento attorno a voi?
Luca: I giovani di talento sono moltissimi e c'è in tutti una gran voglia di mostrarsi e di distinguersi. Ma è così difficile emergere con tutta questa varietà che spesso non è il contenuto a fare la differenza, ma proprio la singolarità del debuttante.
Che importanza riveste oggi l’immagine per chi fa musica?
Ludovica: L’immagine è fondamentale dai tempi di Elvis Presley, quando il mercato discografico ne comprese l'incredibile forza commerciale e comunicativa. C'è stata chiaramente un'evoluzione fino ai giorni nostri e sono aumentati esponenzialmente i canali di diffusione.
Alcuni artisti, nel far nascere le loro canzoni, si ispirano anche a libri letti o film visti. E’ successo anche a voi?
Ludovica: Non è il caso di "Difendi", che è nata come inno di protesta rabbiosa alla realtà sterile circostante per i giovani. Tuttavia, per la stesura di altri testi - ancora inediti - ho tratto ispirazione da film e da libri della tradizione classica italiana e internazionale.
Per chiudere, quali le canzoni e gli artisti che più vi hanno fatto desiderare di fare musica attivamente?
Luca: Siamo cresciuti con varie influenze, ma se pensiamo alle prime esperienze in sala prove, non possiamo fare altro che citare gruppi come gli Iron Maiden, Led Zeppelin, Nirvana, Metallica, System of a Down, Linkin Park, Red Hot Chili Peppers, Skunk Anansie, anche se la nostra voglia di sperimentare ci ha portati ben lontani dalle loro sonorità.
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