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Primo turno del primo Slam della stagione: tutti i risultati del 14 gennaio
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Dalle campagne choc ma sempre politicamente corrette alle uscite di sinistra all’ombra del capitalismo nostrano
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Palermo, 14 gen. (Adnkronos) - E' in corso dall'alba di oggi una vasta operazione della Polizia di messina contro la[…]
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Svolta nei negoziati tra Hamas e Israele a Doha. Si tratta sugli ostaggi israeliani e la restituzione del corpo di[…]
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Dal 14 al 17 gennaio 2025, Firenze si trasforma nuovamente nel cuore pulsante della moda maschile mondiale grazie a Pitti[…]
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James Mangold torna dietro la macchina da presa con A Complete Unknown, un film che esplora la straordinaria storia vera[…]
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Source: Gazzetta.it
Intervista con Marquez
- Dettagli
- Published on Mercoledì, 25 Novembre 2020 09:27
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 795
Prologo. Campo largo. La terra tremante guarda le proprie rovine attraverso la lente opaca del disincanto, un filtro dal colore arancio-notte-periferia-dimenticata. C'è ancora qualcosa che le vorrebbe raccontare, anche se lei è distante ed evanescente come una cometa o una costellazione di quel cielo che non ha mai compreso. D’altronde, sotto i piedi pesanti, ha sempre voluto sentire la terra, lui. Si assicura che il ponte di legno regga i suoi passi ogni volta. Chiude il pugno, bussa, «toc-toc», e solo allora lo attraversa. Un riparo sulla cima del monte, lo raggiunge e accende un fuoco. Ha sempre pensato fosse un artificio per fermare il tempo, ora intende invece invertirne l’effetto, riavviare il circolare moto delle cose, «tic-toc, tic-toc». La città è bianca, vista da lì, sterile come una vacca mandata al macello. Il crepuscolo arriva e la copre per risparmiarle la vergogna. Così li vede: decine di fuochi disegnano una mappa luminosa dalle movenze pulsanti. Lui si racconta una storia nella quale immagina di essere meno solo. C'è ancora qualcosa che le vuole raccontare. Vede un bagliore in cielo più luminoso degli altri, come in quella sera di febbraio quando prima le ha sorriso, poi le ha detto tutto senza parlare. Magari è una stella, uno di quei punti di luce per lui inspiegabili che alzando il naso al cielo non sa guardare se non con gli occhi dello stupore, in silenzio. Dissolvenza a nero. I vinti.
Scritto da Andrea Comandini
Suonato da Andrea Comandini, Michele Bertoni, Sara Castiglia, Fabio Ricci, Antonio Comandini e
Marcello Nori
Prodotto da Michele Bertoni
Registrato, missato e masterizzato da Michele Bertoni e Andrea Comandini
Produzione esecutiva Fabio Ricci
Artwork realizzato con le fotografie di Marcella Magalotti -
Quando avete iniziato a fare musica?
Ho iniziato molto tempo fa’, insieme ad una band chiamata MWB, nel 1987. Insieme abbiamo prodotto un ep e un album, “Zobia blu”, prodotto nel 1997 da Omar Pedrini. Diciamo che è passato un po’ di tempo, sono cambiate un po’ di cose e attorno al 2002 ho incominciato a farmi chiamare Marquez.
Con quali artisti siete cresciuti?
Io sono onnivoro. Sono partito dai Beatles e sono arrivato a molto altro e molte altre arti. Ultimamente preferisco la lettura e il silenzio, ma riesco comunque ad ascoltare tante cose nuove interessanti e la cosa mi fa ben sperare.
Come nasce la vostra musica? Quali sono le vostre fonti d’ispirazione?
Principalmente scrivo perché leggo, quella è senz’altro l’ispirazione maggiore, ma sono onnivoro e diciamo che non limito la mia curiosità pur rimanendo molto esigente.
Di cosa parla la vostra nuova avventura musicale?
Volevo evocare un determinato mondo con questo lavoro, immaginavo uno scenario distopico e nebbioso che in qualche modo rappresentasse il periodo storico che stiamo vivendo. A livello sonoro, la creazione di un ambiente asettico dove anche la voce fosse spietata, è stato dunque un processo che si è definito naturalmente, durante la pre-produzione casalinga prima, e in studio poi, insieme a Michele Bertoni che ha prodotto il disco.
Quali sono i generi in cui spaziate nella vostra produzione?
Non saprei, non parto da un riferimento di questo tipo per scrivere e più in generale, non ho un buon rapporto con le definizioni nelle quali la musica viene catalogata.
Cosa ne pensate dei social e del web in generale come mezzo per farsi conoscere?
Beh, mi pare dato acquisito che già da dieci anni sono i nuovi strumenti con i quali si lavora in ambito marketing e comunicazione, è evidente che siano diventati un mezzo fondamentale per chi deve promuovere le proprie cose.
Cosa non deve mai mancare in un brano che ascoltate e in uno che scrivete?
La passione.