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Nuova intervista con Chiara Ragnini
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- Published on Domenica, 18 Ottobre 2020 10:10
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 1242
La cantautrice ligure Chiara Ragnini è uscita nei giorni scorsi con quattro nuove canzoni raccolte in un EP acustico intimo ed elegante dal titolo “Disordine”. Le nuove canzoni registrate con piano elettrico, chitarra e voce, sono arrivate a tre anni di distanza dall’ultimo disco “La Differenza”. Le canzoni portano tutte la firma della cantautrice, tranne l’ultima traccia, La sera è ormai notte, il cui testo è un ispirato riadattamento di una poesia del giornalista e filosofo piemontese Fulvio Romano. Ecco l’intervista gentilmente concessa dall’artista…
Son passati tre anni dal tuo album, “La differenza”. Cos’è cambiato nel tuo nuovo EP, “Disordine”?
L’essere diventata mamma mi ha addolcita: ho sicuramente maggior bisogno di respiro e serenità e questo si sente anche nelle nuove canzoni che stanno nascendo, incluse quelle di Disordine. Il disordine del titolo non è casuale: il caos faceva già parte della mia vita e ora ancor di più! Ma è un caos buono, di quelli da cui nascono le idee migliori e più gratificanti.
Una delle particolarità del tuo album è di essere un disco acustico. L’essenzialità prima di tutto?
Sempre: avevo bisogno di staccare un attimo la spina. La Differenza è un disco molto pop, molto ritmato, alla ricerca di quel groove che mi è sempre mancato dal punto di vista degli arrangiamenti. Se lì mi sono divertita a giocare con l’elettronica, in Disordine ho fatto quello che so fare meglio: dare spazio alle parole e alle melodie in un contesto minimale ed intimo, come ad un concerto dal vivo.
Tra l’altro, queste canzoni sono state realizzate in buona parte nel tuo home studio…
Purtroppo il lockdown non mi ha permesso di fare di più. C’è da dire, però, che i miei bimbi mi hanno osservata incuriositi e si è respirata più musica del solito durante le giornate di registrazione!
Per molti il lockdown è stato un momento difficile. Per un’artista come te, questa situazione è stata anche un modo di creare nuovi brani?
All’inizio è stato molto soffocante ma successivamente, in un equilibrio che ancora portiamo avanti (lavoro in smart working), c’è stata l’occasione di riscoprire l’essenzialità delle piccole cose: noi abitiamo in un piccolo borgo circondati dagli ulivi, in mezzo al verde, e poterne godere anche durante le settimane più dure è stato un toccasana e di grande stimolo per nuova musica.
Le problematiche derivanti dal Covid hanno finito per impattare sugli spettacoli dal vivo. Riesci a programmare qualche serata (magari con un numero di spettatori limitato) oppure diventa tutto difficile?
Mi sarebbe piaciuto tantissimo tornare a suonare dal vivo ma quest’estate ho rinunciato proprio per questi motivi. Ancora adesso lo trovo troppo rischioso. Mi pesa, poi, non poter godere di un concerto come si dovrebbe: io amo stare in mezzo alle persone, stringere mani, abbracciare dopo i live, chiacchierare: tutte cose che ora come ora è molto complesso fare, anzi, pericoloso. Spero davvero di poter tornare presto sul palco, confidando nell’estate prossima.
Il “disordine” che dà il titolo al tuo nuovo Ep, possiamo dire che sia un “disordine creativo”?
Certamente: io amo il caos, è sempre stato di stimolo. La quiete dopo un po’ mi stufa!
Armonia ed equilibrio fanno un po’ parte delle tue nuove canzoni?
Si e per fortuna sono due elementi che riesco a tirare fuori dal disordine, interiore ed esteriore, che ormai fa parte della mia quotidianità. Le canzoni, alla fine, sono proprio portatrici sane di nuovi equilibri ed armonie.
Come ti vedi cresciuta rispetto alle tue prime esperienze discografiche?
Tantissimo: se mi guardo indietro dieci anni fa mi viene da sorridere! In questi anni ho maturato tante belle esperienze che mi hanno permesso di crescere artisticamente e come persona e ne sono grata.
Quando lavori ad un testo, preferisci guardare dentro di te o a quello che succede attorno a te?
Entrambe le cose: a volte l’ispirazione nasce da storie che mi appartengono, altre volte dai racconti delle mie amiche e delle loro sfortunate relazioni amorose.
La spontaneità e l’immediatezza dovrebbero far parte del bagaglio artistico di molti giovani?
Senza dubbio: sono il motore che muove ogni composizione, a mio avviso. Oggi il rischio è di omologarsi troppo rischiando di perdersi nel mare magnum di proposte che escono ogni giorno.
A volte, è difficile trovare il modo di sintetizzare dei concetti o delle idee per far nascere una nuova canzone?
Quando si scrive un testo si rischia di essere troppo verbosi o troppo essenziali, magari finendo per non dire nulla. E’ difficile trovare la quadra e il segreto e provare ad allenarsi il più possibile, scrivendo e cestinando, scrivendo e cestinando, fino a quando non si ottiene un contenuto soddisfacente e arricchente.
C’è qualcuno che intendi ringraziare per l’apporto ottenuto nelle creazione dei tuoi nuovi brani?
Sicuramente i miei due bimbi, che sono stati di grandissima ispirazione in questi tre anni, e Fulvio Romano per avermi dato l’opportunità di dare vita ad una canzone, La sera è ormai, a partire da una sua bella poesia.
Il cinema, la letteratura o qualche altra forma d’arte, ti affascinano?
Sono onnivora di arte: appassionata di arte moderna e contemporanea, fra i miei artisti preferiti annovero Marco Lodola, Agostino Bonalumi e Christo. Ho pianto alla sua morte e mi sono emozionata a camminare sui suoi Floating Piers sul Lago di Iseo alcuni anni fa. Dal punto di vista letterario ti cito Stephen King, di cui ho tutti i libri (ma proprio tutti, anche in lingua originale e in prima edizione), Niccolò Ammaniti, Giuseppe Genna, Philip Dick (di cui, anche in questo caso, ho tutte le opere) e Haruki Murakami. Ultimamente sto prediligendo una certa letteratura giapponese che mi affascina molto. Per quanto riguarda piccolo e grande schermo, sono appassionatissima di fantascienza e di serie tv: complice l’avere due bimbi ultimamente riesco a guardare solo quelle! Fra i miei attori preferiti: Silvio Orlando, Luca Marinelli, Toni Servillo, Giampaolo Morelli, David Tennant, Olivia Colman, Michael Sheen, Tilda Swinton, Matthew McConaughey, Hugh Laurie, Jude Law e Peter Capaldi. Fra i miei registi preferiti: Wes Anderson, Bong Joon-Ho, Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, Woody Allen, Lars Von Trier, Sofia Coppola… in realtà la lista sarebbe decisamente più lunga ma per ora mi fermo qui!
Oggi riesci ancora a stupirti positivamente per qualche brano che ascolti o qualche nuovo artista?
Fortunatamente si. Credo faccia molto la mia voglia continua di novità, di ricerca della bellezza. Ultimamente mi hanno colpito Tha Supreme e sua sorella Mara Sattei, nonostante io non sia proprio nel loro target, diciamo così. Ho sempre bisogno di nuovi stimoli e sia nel sottobosco musicale che nel “sovrabosco” dove dominano le major è ancora possibile trovarne di validi.
Fare musica dev’essere qualcosa di più di un’abitudine?
Deve essere un’irrinunciabile esigenza: senza questo motore a muovere la scrittura la passione si esaurisce presto. Ho visto tanti colleghi perdersi per strada, forse delusi dal non aver mai fatto davvero il grande salto, senza capire che, come ha detto recentemente Giorgieness in un’intervista, per fare musica bisogna continuare a farla, senza smettere. Non vedo altre alternative.
Cosa consigliare a chi ascolterà questo tuo nuovo disco?
Di farlo lontani dallo smartphone, magari acquistandone la copia fisica dal mio sito, dedicando a queste quattro canzoni il tempo necessario all’attenzione che meritano e che meriterebbe tanta altra buona musica che forse ascoltiamo con troppa superficialità.
Per ulteriori info:
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