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INTERVISTA CON ENTROPIA & VERA DI LECCE
- Dettagli
- Published on Sabato, 10 Ottobre 2020 15:03
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 677
Entropia & Vera di Lecce (ex cantante di Nidi D’arac), in Fragments fanno una impressionante carrellata in mondi e mood diversi dell’elettronica (ambient, techno, acid, etno), tenendo a mente le lezioni di Brian Eno e degli Orb (che rieccheggiano in diversi brani), con in più dalla loro la voce sognante e ipnotica, a tratti pop, di Vera. Un bellissimo tributo al mondo dell’elettronica.
Come definiresti con quattro aggettivi la tua/vostra musica?
Entropia e Vera Di Lecce: surreale, introspettiva, sperimentale, futurista
Come si intitola la tua/vostra ultima fatica discografica e come è stato il percorso di produzione della stessa?
Entropia: Il titolo è “Fragments” ed è un E.P. composto da quattro brani realizzato e scritto con Vera di Lecce. In un primo tempo abbiamo abbozzato alcune idee strumentali pensate appositamente per un intervento vocale di Vera. Abbiamo costruito un sound di base utilizzando sia le nostre tipiche timbriche elettroniche che strumenti più “tradizionali” come la chitarra elettrica “trattata” e chitarra synth, esperimenti di convergenza fra suono digitale e analogico, che conduciamo fin dagli anni ’90. L’idea era quella di generare un’atmosfera di psichedelia digitale. Poi si è inserita Vera con un concept letterario e con le sue sperimentazioni vocali. Un incastro che ha funzionato molto bene.
Vera di Lecce: Proseguo specificando che i “Frammenti” non sono altro che scritti della poetessa greca Saffo tradotti in inglese e musicati partendo appunto dalle suggestioni elettroniche di Entropia. E' stato molto interessante amalgamare versi antichi a glitch e assoli di voce distorta. Ad incorniciare il tutto, le avvolgenti e trascinanti chitarre synth di Alex Marenga.
Se ti chiedessi quanta gente "mi porti" ad un tuo concerto, come reagiresti?
Entropia: non facciamo né i pr, né booking, né gli organizzatori.
Quando abbiamo organizzato eventi come “Calcatronica” abbiamo portato migliaia di persone anche con line up di sconosciuti. Ma come autori non è il nostro mestiere preoccuparci di “portare la gente”.
Vera di Lecce: Perfettamente d'accordo.
Quanto sono importanti i social per la tua/vostra musica?
Entropia: molto importanti. Ci permettono di tenere in piedi una relazione diretta con il pubblico. Purtroppo l’altra faccia della medaglia è che per avere visibilità in rete sono necessari investimenti economici che non sempre è possibile assicurare. Ma i social sono una forma di community nella quale è possibile diffondere informazioni molto più facilmente che attraverso sistemi più tradizionali.
Vera di Lecce: Anche per me vale lo stesso. Una volta trovata una modalità personale di approcciarsi ai social, al pubblico arriva, e i risultati sono tutt'altro che trascurabili. E' magnifico essere a contatto diretto con i fans e con altri artisti, con cui spesso nascono collaborazioni proprio grazie al web.
A quanti concerti di musica di altri artisti indie sei stato negli ultimi sei mesi e cosa ne pensi dell'underground indipendente?
Entropia: se non calcoliamo il periodo COVID direi nei sei mesi precedenti all’emergenza almeno una ventina, allargando il perimetro “underground indipendente” a settori che non sempre vengono considerati tali pur essendo sia underground che indipendenti come l’elettronica o la musica sperimentale. Il panorama italiano degli ultimi cinque anni è in mutazione, sono emersi nuovi filoni, nuovi esperimenti e contaminazioni interessanti che vanno dalle sperimentazioni chitarristiche di Sara Ardizzoni al crossover culturale di I Hate My Village, ma accediamo via social a moltissimo materiale di nuovi artisti creativi come la violoncellista Martina Bertoni o il chitarrista Frank Martino.
Vera di Lecce: Su Roma credo ci sia un bel giro di elettronica e sperimentazione soprattutto nel quartiere Pigneto. Tra house concerts e piccoli eventi devo dire che il fermento c'è, e locali come il Fanfulla, il Klang e il 30 Formiche accolgono molti artisti anche dall'estero. I posti ci sono e l'interesse non manca, sono positiva sul futuro della musica indipendente. C'è anche da dire che durante la quarantena è stato possibile “andare ai concerti online”, e abbiamo così avuto accesso a moltissima produzione di qualità da tutta Italia.