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Non c’era nessuna prova nuova che potesse scardinare le tre sentenze di condanna per la strage di Erba. I giudici[…]
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"Lunga e dolorosa battaglia": così Hamas celebra il suo 7 ottobre
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Source: Il Giornale
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"Si chiama Valentina...". Marco e il nome della fidanzata: tremenda gaffe in diretta | Video
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Source: Libero Quotidiano
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Il quartier generale di Hezbollah preso ancora di mira: costante il ronzio dei droni
Source: Il Giornale
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Source: Libero Quotidiano
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Scontri e violenze a Roma durante la commemorazione per le vittime dell'attacco terroristico contro Israele
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Source: Gazzetta.it
In Fiera a Vicenza la 52ª premiazione dei Maestri Artigiani
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- Published on Domenica, 23 Marzo 2014 16:43
- Scritto da Andrea Turetta
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“L’esempio che ogni anno ci viene dai colleghi premiati è che si è artigiani per tutta la vita. Lo si è da giovani, quando si apprende un mestiere da qualcuno che ce lo insegna; lo si è nel pieno della maturità, quando si capisce che non basta saper lavorare bene, ma bisogna anche saper mandare avanti un’impresa, farla stare sul mercato, curare i collaboratori, che occorre aggiornarsi sempre. E si resta artigiani anche dopo, come dimostrano i nostri pensionati, sempre pronti a trasmettere la loro esperienza. Qui sta ‘la grande bellezza’ dell’artigianato. Che sarebbe ancora più grande se la lasciassero libera di esprimersi al meglio, anziché deprimerla con ostacoli di ogni genere”.
Con queste parole Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza, ha aperto oggi la sua relazione alla 52ª premiazione dei Maestri Artigiani Benemeriti alla Sala Palladio della Fiera, momento culminante della Settimana dell’Artigianato 2014.
Due premi speiciali ad honorem: da sinistra Giorgio Merletti (presidente Confartigianato Imprese); Massimo Marchiori (dell'Università di Padova - Maestro Artigiano Ad Honorem); Irene Marangoni (imprenditrice artigiana di Montebello - Maestra Artigiana Ad Honorem); Fabio Cisco (sindaco di Montebello); AGostino Bonomo (presidente Confartigianato Vicenza)
Prendendo spunto dalla partecipazione alla recente manifestazione nazionale che ha portato in piazza a Roma la voce di sessantamila imprenditori autonomi, Bonomo ha sottolineato: “Quello che siamo tornati a chiedere è, innanzitutto, il rispetto per quello che siamo e per quanto facciamo. Ben sapendo che il rispetto nasce dalla conoscenza, e tante, troppe volte ci viene da pensare che chi fa le leggi, in questo Paese, non ci conosce. Se un politico, o aspirante tale, passasse solo un giorno tra le mura di una piccola impresa, capirebbe parecchie cose; e noi magari non ci troveremmo a combattere con raffiche di provvedimenti incomprensibili e insostenibili, con lo stillicidio continuo dei versamenti da effettuare, delle astruse carte da compilare, con un’amministrazione pubblica tanto insensata quanto intricata. E il tirocinio dentro a un’azienda servirebbe pure a quella casta di burocrati, funzionari e tecnici che dentro ai palazzi ministeriali sono chiamati a scrivere leggi e decreti, a dar corso alle decisioni di governo e che, invece di studiare percorsi rapidi, snelli, chiari, sfornano testi complicati, contraddittori, fregandosene delle ricadute pratiche su ciascuno di noi, come se fossimo dei sudditi, e non cittadini di uno Stato di cui loro dovrebbero essere i primi servitori, non i frenatori occulti”.
Ricordando le parole di un Premio Nobel americano ospitato a Vicenza, secondo il quale “l’Italia deve diventare un paese meno complicato”, Bonomo si è detto d’accordo: “Perché in Italia è difficile non solo fare impresa, ma anche pagare le tasse, o mettere in fila tutti i certificati che servono ogni volta, o avere una giustizia civile con tempi civili: non è un caso se ci siamo uniti alle altre categorie e all’Ordine degli Avvocati nell’avanzare istanza di fallimento per il tribunale di Vicenza. Ma non è facile nemmeno mettersi nei panni di un sindaco che deve fare l’esattore per raccogliere tributi che non si fermeranno nel suo Comune ma finiranno nel calderone statale, mentre lui non può spendere i soldi che ha già in cassa per le opere pubbliche a causa del patto di stabilità. Né è facile vivere in un Paese in cui l’articolazione degli enti locali non favorisce la snellezza amministrativa, ma complica la vita. E la complica in modo costoso, perché il brutto federalismo all’italiana che finora si è realizzato permette che ci siano Regioni e città (non qui) dove si contano più debiti che abitanti”.
Facendosi portavoce delle 25mila imprese artigiane vicentine, Bonomo ha dunque ricordato che “per questi e per tanti altri motivi siamo scesi in piazza a Roma, in modo civile ma determinato, a nome di chi produce, della gente abituata a fare, dicendo che è ora di voltare pagina. E ci indignano pure le troppe notizie relative agli sprechi della cosa pubblica, alle opere costate miliardi e rimaste incompiute, ai risparmi promessi e mai realizzati, per non parlare delle cronache che riportano continui episodi di malaffare e corruzione. Così come non possiamo né vogliamo piegarci alle assurdità di procedimenti calati dall’alto: vedi il famigerato Sistri per i rifiuti, un sistema contro il quale ci stiamo battendo da anni e per il quale, adesso, l'ultima battaglia sarà quella di riuscire a far escludere le aziende fino ai dieci dipendenti. E non ci fermeremo qui”.
Quanto al confronto con la classe politica e alle prime mosse del governo Renzi, Bonomo ha voluto essere chiaro e obbiettivo: “Noi non abbiamo mai voluto cedere – ha detto - né al pessimismo né al qualunquismo. Crediamo ancora che nel personale politico ci siano uomini e donne animati da intenzioni serie, da rigore morale e dal desiderio di impegnarsi, ma chiediamo che ce lo dimostrino con i fatti. Per esempio, attendiamo che si concretizzino le annunciate misure del Governo sulla diminuzione dell’Irap, lo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione, la diminuzione del costo dell’energia per le Pmi, lo snellimento dell’apprendistato e dei contratti a termine, il rafforzamento del fondo di garanzia per il credito, la riduzione Irpef per i lavoratori dipendenti, anche se altrettanto si sarebbe dovuto fare per i lavoratori autonomi. Vedremo come e quando tutto ciò diventerà realtà, con la necessaria copertura finanziaria. In questo momento, e preso atto che tali buoni propositi accolgono anche molte nostre proposte, siamo obbligati all’ottimismo. Altrimenti l’unica alternativa sarà il ritorno alle urne con un nuovo, prevedibile voto di protesta. Invece, se ne avremo fondato motivo, altri nostri contributi alla creazione di un clima positivo non mancheranno: proprio in questi ultimi anni, mentre il vento della congiuntura economica negativa spirava forte, abbiamo imparato che la negatività, il pessimismo, l’immobilismo non servono a nulla, se non a peggiorare la situazione. Anziché piangersi addosso, anziché soccombere come purtroppo è accaduto anche con esiti umanamente drammatici, ci sono stati molti nostri colleghi che hanno saputo rimboccarsi le maniche con energia ancora maggiore, hanno voluto reagire rimettendosi in gioco, hanno stretto i denti e sono riusciti ad andare avanti”.
Concludendo, Bonomo ha ricordato: “Nessuno conosce meglio di noi il valore del lavoro, dell’impegno quotidiano, delle responsabilità che esso comporta. Tanti di noi hanno passato - e passano - notti insonni pensando ai conti, alle fatture, al futuro della ditta e delle persone che vi sono coinvolte. Anche questo è nel Dna degli artigiani: la capacità di procedere con determinazione e tenacia, l’accettare i rischi, l’investire in innovazione e in una trasformazione che stia al passo coi tempi, la volontà di fare bene per sé e per il proprio territorio, per la propria comunità. Artigiani che delocalizzano all’estero non ne nasceranno mai: noi siamo qui, noi stiamo qui. E vogliamo restarci”.
Arricchita dagli interventi dei presidenti nazionale e regionale Confartigianato, Giorgio Merletti e Giuseppe Sbalchiero, la cerimonia ha ripercorso le biografie dei premiati, chiamati sul palco a vedere pubblicamente riconosciuto non solo il valore dei dieci Maestri Artigiani per i 35 anni di attività nell’azienda da essi fondata e dove hanno imparato il mestiere decine di apprendisti, ma anche di tre Dirigenti Benemeriti per il loro impegno a favore della categoria e di tre Pensionati Artigiani Benemeriti ancora attivi per gli altri.
Ecco i dieci Maestri Artigiani di quest’anno: Giovanni Alba (modelli per fonderia, Schio); Bruno Bortolotto (posatore, Malo); Filippo Cidonio (stampi meccanici, Rosà); Renzo Gios (pasticcere e gelatiere, Asiago); Antonio Manzardo (fabbro, Lugo di Vicenza); Lucia Marchesini (acconciatrice, Chiampo); Giovanni Panozzo (falegname mobiliere, Lonigo); Ivana Peretto (acconciatrice, Sovizzo); Giannino Sandonà (carrozziere, Montecchio Precalcino); Valentino Stevanella (autotrasportatore, Valdagno). Sono stati invece insigniti del titolo Dirigente Artigiano Benemerito per il loro ruolo associativo: Enza Cumerlato (estetista, Schio), Vittorio Gugliemini (chimica, Rossano Veneto) e Gian Domenico Pozza (edile, Conco), mentre a Ottavio Morinni di Schio, Armando Pegoraro di Villaverla e a Claudio Scaldaferro di Rosà è andato il titolo di Pensionato Artigiano Benemerito per il loro impegno profuso ancora oggi nel gruppo Anap Confartigianato. È stato anche attribuito, per la quarta volta, il premio Imprenditore d’Eccellenza, riconoscimento quest’anno imperniato sul tema “Innovazioni tecnologiche per la creazione della Smart Community”. A riceverlo è stato Stefano Cavaggion della Entity Elettronica di Altavilla Vicentina.
Altro momento particolare, il conferimento del titolo di Maestro Artigiano ad honorem al giovane matematico e informatico padovano Massimo Marchiori, inventore dell’algoritmo su cui si basa il più importante motore di ricerca del mondo, vale a dire Google. Assieme a lui, Maestra Artigiana ad honorem è stata proclamata la signora Irene Marangoni, che a ottantaquattro anni segue ancora – e ininterrottamente dal 1965 – l’attività della ditta “Costruzione Meccaniche Montebello” con sede a Montebello Vicentino.
Nell’ambito della manifestazione sono stati infine festeggiati con il Premio Fedeltà cinque dipendenti di imprese artigiane distintisi per attaccamento al lavoro e all’azienda di appartenenza da almeno 25 anni. Il riconoscimento è stato consegnato a: Rienzo Barausse della ditta Antonio Basso & C. (falegnameria, Thiene); Giancarlo Bertoncello della Paolino Zilio Snc (installazione impianti, Bassano); Aladino Fabrello della Carmet Srl (carpenteria meccanica, Schio); Maria Nilla Facci della Zanebet Srl (sartoria, Torrebelvicino); Giuliano Minuzzo Bonato della Italform Snc (stampi per materie plastiche, Marostica).
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