Quotidiani
-
“Mi si è fermato il cuore, sono letteralmente morto. Però non ho visto la luce bianca. Non c’era nulla dall’altra parte”: il racconto di Al Pacino
“Mi si è fermato il cuore, sono letteralmente morto. Però non ho visto la luce bianca. Non c’era nulla dall’altra parte”: il racconto di Al Pacino
In una lunga intervista rilasciata al New York Times, Al Pacino ha affermato di aver visto la morte in faccia[…]
Source: Il Fatto Quotidiano
-
“Luca Barbareschi mi diede uno schiaffo ad una festa. A me lui piaceva. Ho conosciuto l’amore dal dentista”: Serena Grandi a Storie di donne al bivio
“Luca Barbareschi mi diede uno schiaffo ad una festa. A me lui piaceva. Ho conosciuto l’amore dal dentista”: Serena Grandi a Storie di donne al bivio
Ospite nel salotto di Monica Setta, l'attrice riavvolge il nastro dei ricordi. E rivela un retroscena sul suo attuale compagnoL'articolo[…]
Source: Il Fatto Quotidiano
-
Tre funzioni contro i ladri: Google lancia l’antifurto per Android
Tre funzioni contro i ladri: Google lancia l’antifurto per Android
Nei prossimi giorni gli utenti Android avranno a disposizione tre nuovi strumenti per rendere la vita difficile ai ladri e[…]
Source: Il Giornale
-
SIAL Paris 2024: al padiglione coreano i migliori prodotti agroalimentari innovativi
SIAL Paris 2024: al padiglione coreano i migliori prodotti agroalimentari innovativi
(Adnkronos) - Parigi, 07/10/2024 - In occasione della più grande fiera mondiale sull'innovazione alimentare, il SIAL Paris 2024, che celebra[…]
Source: Libero Quotidiano
-
Grande Fratello, il "quadrilatero amoroso" e le nomination: cosa aspettarsi dalla puntata di stasera
Grande Fratello, il "quadrilatero amoroso" e le nomination: cosa aspettarsi dalla puntata di stasera
Questa sera, lunedì 7 ottobre, andrà in onda su Canale 5 la settima puntata della diciottesima edizione del reality. Ecco[…]
Source: Il Giornale
Giornali Sportivi
Riviste
-
A Pontida si rafforza l’asse Lega-Orbán. Salvini: «La manovra? Paghino i banchieri»
A Pontida si rafforza l’asse Lega-Orbán. Salvini: «La manovra? Paghino i banchieri»
«Se qualcuno deve pagare qualcosa in più, paghino i banchieri. Il nostro obiettivo è abbassare le tasse alle partite Iva[…]
Source: Panorama
-
Smartworking: l'entusiasmo smarrito nelle riunioni in ciabatte
Smartworking: l'entusiasmo smarrito nelle riunioni in ciabatte
Lo smart working (almeno quello permanente) mostra la corda. Le grandi aziende rivogliono i lavoratori «in presenza». E il Grillo[…]
Source: Panorama
-
Leo, lo scandalo è 2.0 "E voi che prezzo avete?"
Leo, lo scandalo è 2.0 "E voi che prezzo avete?"
Leo, lo scandalo è 2.0 "E voi che prezzo avete?"L'attore romano torna al cinema con la commedia "Che vuoi che[…]
Source: Gazzetta.it
-
Val Kilmer: "Non ho il cancro Douglas malinformato"
Val Kilmer: "Non ho il cancro Douglas malinformato"
Val Kilmer: "Non ho il cancro Douglas malinformato""Voglio bene a Michael - spiega l'attore su Facebook - ma l'ultima volta[…]
Source: Gazzetta.it
Saturno è entrato in Scorpione
- Dettagli
- Published on Mercoledì, 28 Novembre 2012 09:20
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 2356
Saturno è entrato in Scorpione il 6 ottobre, inserendosi potentemente nella complessa configurazione astrologica che sta caratterizzando gli ultimi anni e in particolare questo “fatidico” 2012, che ha già visto l’ingresso di Nettuno in Pesci e il riproporsi della quadratura tra Urano e Plutone.
C’è chi teme questo nuovo Saturno, e per certi versi è senz’altro temibile. Io però vorrei iniziare la mia riflessione onorando il misterioso significato di morte-rinascita (di inizio compreso nella fine) sottinteso ed evocato da una tale posizione celeste. Saturno in Scorpione andrà infatti a formare aspetti armonici di grande interesse sia con Nettuno in Pesci (trigono) che con Plutone in Capricorno (sestile), confermando con tali tappe cicliche la portata epocale delle trasformazioni in corso; e a mio parere proprio quest’ultimo aspetto presenta un forte richiamo di attenzione, trattandosi di “mutua ricezione” tra i due pianeti: Saturno nel segno governato da Plutone, Plutone nel segno governato da Saturno… ed oltretutto in posizione collaborativa.
Saturno e Plutone sanno essere tanto distruttivi quanto costruttivi (o ricostruttivi); tanto terrifici quanto fecondi. E dunque, se in queste dinamiche c’è qualcosa da temere, è solo nella loro forza di impatto, che potrà esprimersi in modo scomodo, pesante, persino violento e comunque non indolore; ma non certo in modo inutile o infruttuoso.
Comincia quindi, con questo sestile calante tra i due pianeti, l’ultima fase di un ciclo iniziato intorno al 1982, quando i due pianeti si congiunsero in Bilancia, e che si concluderà nel 2019-2020 con la loro prossima congiunzione in Capricorno.
Ora, se torniamo con la memoria al 1982, non possiamo certo ricordare soltanto la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio… Quell’anno rimarrà infatti nella storia almeno per altri due eventi importanti e tragici. Il “crack” del Banco Ambrosiano e la morte di Roberto Calvi, suo ex Presidente: una morte sospetta e ancora misteriosa (suicidio vero o falso?), come sospetti e ambigui erano stati i rapporti di Calvi con la finanza internazionale, la politica, la massoneria deviata, il Vaticano, la mafia. E poi ci fu l’assassinio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che aveva già combattuto le Brigate Rosse in Piemonte ed era stato da poco nominato Prefetto di Palermo, cominciando a combattere Cosa Nostra con altrettanta intelligenza, audacia ed efficacia, in un periodo di rinnovato potere mafioso in Sicilia. Due eventi drammatici che hanno in comune non soltanto l’aspetto di violenza e di fallimento (o, peggio, di correità) delle Istituzioni, ma soprattutto una nota di oscurità, di potere occulto, di trame nell’ombra. Non è un caso che, in quello stesso periodo, si diffuse la cosiddetta moda “dark”, un fenomeno dapprima musicale poi di costume che originava dal “punk” ed esprimeva, con ostentato estremismo, il lato buio della società, la depressione rassegnata e pure ribelle dell’essere umano, il gioco di specchi tra bianco e nero, bene e male, vita e morte… Ho ricordato questi fatti del 1982 non certo per paventare tragedie simili ma solo per ricordare quanto i cicli Saturno-Plutone siano “potenti”. E accenno alla congiunzione precedente, intorno al 1947, che accompagnò la fase di ricostruzione bost-bellica, nonché all’opposizione del 2001 che invece coincise con l’attentato alle Torri Gemelle di New York… proprio per sottolineare quanto tale potere possa essere, come dicevo, distruttivo o costruttivo.
D’altra parte, Plutone rappresenta un’energia potenziale nascosta, che quando viene attivata può trasformare la realtà in modo profondo e sostanziale: è un potere creativo, che scava alla ricerca di tesori sotterranei e può rigenerare la vita dalle macerie, ma in qualche modo ha sempre a che fare con l’
abbattimento di un sistema, con la morte di qualcosa. Saturno è il “principio di realtà”, la verifica che il tempo impone (sul piano dei valori ma di conseguenza anche sul piano concreto e oggettivo dei fatti) a tutto ciò che non ha più utilità, senso, solidità. Quando i due pianeti si alleano, inevitabilmente vengono a galla contraddizioni, ombre, menzogne, e tutto ciò che il passato ha accumulato o nascosto in tal senso è soggetto ad eventi di profonda trasformazione e, non di rado, impietoso smascheramento.
Questo processo si attua ad ogni tappa dei cicli Saturno-Plutone. Ma naturalmente non sempre in modo drastico, perché gli aspetti tra i due pianeti evolvono attraverso movimenti energetici diversi e altrettanto differenti manifestazioni. Il loro prossimo sestile è, come dicevo, un aspetto collaborativo e preparatorio, il che significa che potrà mostrarsi con modalità relativamente meno cruenti ma non per questo sarà anche meno incisivo. E’ un sestile calante, e raccoglierà l’esperienza della quadratura del 2009-2010, che ha accompagnato la massima esplosione della crisi ancora in corso… per tentare di farne qualcosa di buono, diciamo qualcosa di nuovo; comunque senza sconti.
E’ interessante notare che il sestile preciso tra Saturno e Plutone si formerà per la prima volta tra il 20 e il 30 dicembre. Parliamo dunque del solstizio invernale 2012: proprio quello della profezia Maya, della “fine del mondo”… Ho già detto in altre occasioni che non credo agli eventi catastrofici tout- court, ma semmai in un processo di trasformazione che investe un sistema di valori e di costumi decisamente moribondo, terminale; per cui la fine di “un certo tipo di mondo” è evidentemente già in corso, né inizierà o si concluderà il prossimo 21 dicembre. Ritengo comunque verosimile che il sestile tra Saturno e Plutone rappresenti una svolta fondamentale in tale processo, ancor più considerando che l’aspetto reciproco durerà circa un anno, con tre passaggi ad orbita stretta e l’ultimo in occasione dell’equinozio autunnale 2013 (equilibrio tra luce e buio), quando Saturno incrocerà per congiunzione il Nodo Nord.
Tra morte e rinascita c’è sempre una fase intermedia, di “elaborazione del lutto”, in cui si prende ciò che di buono il passato ha prodotto (esperienza) e si superano attaccamenti o nostalgie, si abbandonano le zavorre, si attuano veri e propri passaggi di testimone (coscienza) così da ridirezionare l’energia creativa verso il futuro. Ecco: questa fase di passaggio, che durerà circa un anno, potrebbe in effetti iniziare intorno al solstizio d’inverno, con qualche evento significativo. Tutto ciò che accade in momenti particolari per la collettività ha un impatto emozionale maggiore, nonché una maggiore potenza evocativa e propulsiva. E il prossimo solstizio invernale ha una forza catalizzatrice notevole nelle aspettative millenaristiche comunque alimentate dalla profezia Maya: una forza che va ad aggiungersi ai simboli culturali, religiosi o esoterici che affiancano la rigenerazione della natura solare alla “Porta degli Dei”, al Natale cristiano e… ai Saturnali.
E dunque torniamo indietro. Non al 2001, al 1982 o a una data precisa.
Torniamo indietro fino al cuore della memoria emotiva, al senso del simbolo che si incarna negli eventi storici, al mito che di questi eventi è matrice e insieme significato riproposto.
Saturno, pianeta che per l’astrologia governa il Capricorno, segno illuminato dal basso sole solstiziale, secondo il mito romano aveva governato una edenica Età dell’Oro, durante la quale aveva insegnato agli uomini a disciplinare la fertilità della terra con le arti agricole, a utilizzare la falce per potare i rami sterili o superflui della vite o raccogliere i fusti del grano; non a caso, il Saturno greco diventò Kronos, signore del Tempo, che nella stessa falce aveva lo strumento più severo e inesorabile dell’età che avanza, della vecchiaia e della morte.
Quando Saturno fu spodestato da Giove ed esiliato nel deserto, proseguì in quanto immortale a vivere un’esistenza pur simile alla morte, lugubre e funerea, in attesa di rinascere Bambino e risvegliare l’umanità, ripristinando l’Età dell’Oro.
In memoria e in onore di quell’era feconda e felice, gli antichi romani celebravano appunto i “saturnalia”: una festa collettiva e totalizzante, non di rado trasgressiva o con derive orgiastiche, che aveva luogo proprio nei giorni intorno al solstizio d’inverno e che, paradossalmente, aveva come regola il… sovvertimento delle regole. In quei giorni, l’ordine sociale e i vincoli morali venivano infatti ignorati, ribaltati, ridicolizzati: gli schiavi erano momentaneamente considerati liberi e come tali si comportavano, estraendo a sorte tra loro un “princeps”, vestito come una maschera ostentata ed estrema, a metà strada tra la caricatura nobiliare e l’evocazione infera. A volte rappresentava Saturno protettore dei raccolti, altre volte Plutone protettore dei defunti: vita e morte ancora e sempre collegate. I romani credevano che tali divinità vagassero, durante l’inverno, sulla terra spoglia, fredda e sterile, e che fosse necessario ingraziarsene i favori con feste e offerte, inducendoli così a tornare nei loro regni invisibili sazi e soddisfatti, nonché disponibili a favorire il risveglio della natura e i futuri raccolti.
Erano riti di passaggio, come potrebbe essere ancora lo stesso Natale se non fosse stato inglobato dalla banalizzazione consumistica, se la nostra società moderna non avesse perso il senso del Sacro e il legame, complice e rispettoso, con la Natura e il Divenire. E ritengo che proprio questa mancanza, questa perdita, sia alla base dei ciclici allarmi millenaristici, in cui l’umanità – a dispetto della società – sente istintivamente di dover attuare un cambiamento, una metamorfosi, appunto una morte-rinascita… ma avendone paura, rifiutandola razionalmente, improvvisa pur maldestramente una sorta di esorcismo catartico: ad esempio trasformando la profezia Maya in un business editoriale o, come gli antichi romani nei Saturnali, ridicolizzandone il potere. Forse non sono l’unica a ricordare il gioco infantile in cui qualcuno domandava “Chi ha paura dell’uomo nero?”, e tutti rispondevano gridando “Nessuno!!!” e correndo via per non farsi prendere… Ecco, Saturno in Scorpione somiglia un po’ all’uomo nero, al lupo cattivo, all’orco delle favole. E in fondo anche le favole sono miti e traducono dinamiche esistenziali e coscienziali antiche come l’uomo, ancestrali paure e viaggi iniziatici nella vita. Ma ci sono momenti in cui non possiamo più cavarcela correndo via, mettendoci le mani sugli occhi nel timore di vedere o nell’illusione di non farci vedere: ci sono momenti – e questo è uno di quei momenti – in cui è necessario guardare in faccia la realtà e chiamarla con il nome giusto, prima di affrontarla.
Saturno, nella sua veste scorpionica, è senz’altro una figura scarna e inquietante, con la falce in mano che taglia via ciò che ha esaurito il proprio tempo e decreta sentenze di morte, avanzando al ritmo di un inesorabile “tic-tac”: il tempo kronos dell’esistenza profana e del suo divenire lineare, il tempo kairos della coscienza sacra e dei suoi eventi interiori, culturali, spirituali. Ma è anche la divinità che raccoglie, del Giano Bifronte, il senso di una Verità duale che, superando il passato, accede al futuro. Lo stesso Solstizio d’Inverno si presenta come momento di passaggio, apparentemente contraddittorio nel suo essere il massimo dell’Ombra e insieme il riscatto della Luce: in quel momento, noi festeggiamo il Natale o il Capodanno eppure avvertiamo un senso di malinconia, mentre facciamo bilanci e programmi, tra la nostalgia di ciò che non è più e l’attesa di ciò che sarà.
Questo è Saturno: a suo modo un traghettatore. E questa è la “realtà” che Saturno descrive, rappresenta e ci invita (spesso ci costringe) a rispettare e onorare. Un eterno gioco tra le parti: luci ed ombre, forma e contenuto, bene e male, vita e morte… in cui vince solo chi accetta di mettersi in gioco davvero, puntando sui valori che durano a costo di abbandonare comodi costumi, comportamenti rassicuranti, sicurezze apparenti o effimere. Non a caso, a proposito di gioco, durante i Saturnali si svolgeva anche una sorta di gioco divinatorio, in cui Saturno rispondeva alle domande in veste di oracolo; ed erano gli unici giorni in cui era anche permesso giocare d’azzardo, perché pure la sfida al destino era un aspetto di Saturno. L’abitudine più moderna di giocare a tombola in famiglia, durante le ricorrenze natalizie, proviene da quei tempi.
Oggi, l’azzardo è un termine e un comportamento che ha assunto connotazioni negative: non più una sfida consapevole e fiera con il destino, un gioco ad armi pari in cui il destino stesso mette alla prova i “numeri” del giocatore (cosa che accade ancora e comunque, che ci piaccia o no, con certi transiti), e in cui il rischio di perdere è parte intrinseca del gioco e come tale è accettato. Oggi il gioco d’azzardo vero e proprio, che dai prestigiosi tavoli della roulette si è diffuso al “popolino” con l’incredibile diffusione di Lotto, SuperLotto, Gratta e Vinci, slot machine e così via, non ha più nulla di sacro, di rituale, di oracolare… e purtroppo nemmeno di divertente o coinvolgente, in senso familiare o collettivo. E’ spesso soltanto un triste, solitario e dispendioso tentativo di cambiare vita con un “colpo di fortuna” che sostituisca il cambiamento interiore o comportamentale che la vita stessa, invece, ciclicamente chiede e che sempre approva, laddove si realizza. Un’ illusione più comoda della speranza ma anche più distruttiva del coraggio, che per altro crea un’insidiosa dipendenza e dunque manifesta derive nettuniane più che espressioni saturnine.
Non a caso, oggi si parla di azzardo anche in senso morale (“moral hazard”): e mai termine fu più appropriato, visto che la misura del rischio reale, in termini economici o legali, diminuisce fino ad annullarsi man mano che aumentano le formule di copertura e la conseguente de-responsabilizzazione. In pratica, è ciò che accade quando certi operatori finanziari si sentono autorizzati a compiere scelte rischiosissime… ma non per loro, perché gli eventuali esiti negativi ricadono sulla collettività o su altre categorie, oppure sono protetti da un intervento assicurativo o statale. E accade spesso anche nei settori politici o amministrativi, laddove il privato, se perde, paga di tasca propria mentre il pubblico paga… di tasca nostra.
Non si capisce perché la mancanza di rischi debba necessariamente generare o autorizzare un’astensione dai limiti etici ma di fatto accade; e accade da troppo tempo perché Saturno, signore del Tempo, non ritenga necessario dire la sua. Sarebbe come affermare che “l’occasione fa l’uomo ladro”, ma con Saturno non attacca: chi non è ladro, non lo diventa per circostanza od opportunità; e se, viceversa, qualcuno si rende colpevole o complice, anche indiretto, di un danno a individui o collettività, non può cavarsela con giochetti di prestigio… C’è qualcosa che sta molto a cuore al pianeta degli anelli, ed è appunto il senso dei limiti, l’assunzione delle personali responsabilità, il controllo degli impulsi più bassi, la consapevolezza del legame tra essere e agire: in una parola, la coscienza.
Ecco perché credo – e spero – che Saturno in Scorpione non sarà gentile con chi ha ombre sulla coscienza o scheletri nell’armadio. Ombre e scheletri, come maschere o menzogne, sono di casa nello Scorpione e non c’è nascondiglio che tenga, quando Plutone è all’opera. Chi è impeccabile non avrà nulla da temere, chi ha colpe lievi potrà forse mercanteggiare, rivedendo il proprio comportamento; ma per tutti coloro che hanno “giocato” (non in prima persona ma con i soldi, il lavoro, le sicurezze e i sentimenti altrui), potrebbe finalmente arrivare la resa dei conti.
Il punto è che costoro sono tanti. Ed anzi rappresentano un andazzo diffuso, infiltrato e condiviso in tutte le forme, dall’alto al basso, dal grande al piccolo. Ciò significa che il cambiamento ricostruttivo che ci aspettiamo ed auguriamo non potrà attuarsi senza prima distruggere un sistema ormai troppo contaminato per essere semplicemente guarito. Non a caso, tra i simboli dello Scorpione c’è la Fenice, che risorge dalle proprie ceneri: e questa è, appunto, la “fine del mondo”.
Insomma non sarà un processo facile, non sarà indolore e non sarà, probabilmente, nemmeno tanto breve. E’ già da qualche anno che soffriamo, e le prospettive di ripresa in tempi ristretti sono tutt’altro che ottimistiche.
Ritengo che la crisi economica e la perdita di fiducia nelle istituzioni non abbiano ancora raggiunto i livelli massimi: non abbiamo ancora toccato il fondo. E in tal senso guardo con preoccupazione già alla congiunzione tra Marte e Plutone, in quadratura a Urano, che avverrà nella seconda metà di novembre.
Non temo eventuali o ulteriori scandali ma ciò che possono generare su un tessuto sociale destabilizzato, stanco, deluso e arrabbiato (rivolte, proteste, ribellioni, violenze varie… e soprattutto, con Saturno in Scorpione, la voglia di farsi giustizia da soli): mi riferisco ad episodi isolati, a gruppi improvvisati o a strutture organizzate, perché tutto è possibile quando gli squilibri sociali, economici, culturali, razziali o religiosi si accumulano in tempi e spazi ristretti. Poi a dicembre ci sarà il primo sestile tra Saturno e Plutone, e allora forse inizierà quella svolta di cui parlavo in premessa, ma di certo non avverrà il miracolo senza la nostra collaborazione.
L’errore più grave sarebbe quello di continuare a identificare il “male” solo all’esterno, evitando di compiere anche individualmente un esame di coscienza e una trasformazione autentica. Perché se ci sono regole da cambiare, un sistema da abbattere, un controllo da effettuare, ciò può essere fatto solo partendo dall’interno e solo così potrà poi estendersi fuori, intorno, nei fatti. Vale in generale ciò che sempre riscontriamo sul mercato: è la richiesta che crea l’ offerta e l’influenza, la direziona, la corregge. Se non vogliamo essere derubati o ingannati, dobbiamo smettere di barare o di illuderci, magari cercando scorciatoie verso un malinteso senso di “fortuna” personale, e mostrarci per quanto ci compete sempre trasparenti e leali; se vogliamo un mondo senza guerre dobbiamo esprimere solidarietà e tolleranza anche nella vita quotidiana; se desideriamo un ambiente meno inquinato (in tutti i sensi), dobbiamo cominciare a non inquinare.
Saturno non fa mai sconti, e non fa nemmeno il filosofo, il teorico, l’ideologo. Attraverso le modalità dello Scorpione saprà andare in profondità, né avrà remore – nel caso sia utile o necessario – a farci toccare il fondo… ma resta un principio di realtà. Una realtà che dovremo guardare in faccia, sia a livello individuale che in senso sociale, culturale, economico ed ecologico, per poi trarre conclusioni oneste, mature e responsabilmente coerenti.
Con l’aiuto di Plutone, potrà nascere un nuovo modo di intendere ed esercitare il potere, la propria autorità, le proprie e peculiari competenze, in senso individuale e non per questo egoistico; con l’aiuto di Nettuno nasceranno forse nuovi ideali, nuove forme di solidarietà, una spiritualità meno legata a fazioni confessionali e più vicina al Cielo e alla Terra, al piano divino e a quello umano. Ci sarà molto da capire, da superare, da cambiare, e soprattutto molto da fare. Senza illuderci e senza barare (vivendo l’aspetto peggiore di Nettuno e Plutone), ma mettendoci in gioco davvero, come artigiani più che come artisti: per realizzare da noi stessi, ma non solo per noi, quel mondo nuovo che tanto decantiamo e tanto temiamo… quasi fosse una catastrofe, un sovvertimento, un’eccezione alla regola e non invece il suo ripristino, per le leggi della natura e del destino.
Prof.Sartori Federico
cel.338/1153220
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.