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Israele ha lanciato l’attacco contro l’Iran. Treforti esplosioni nei pressi di Esfahan. Chiuso lo spazio aereo sopra Teheran
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Guerra in Medio Oriente, le notizie di oggi. Israele ha lanciato attacco contro Iran
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Source: Repubblica.it
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"Elly Schlein ridotta a uno zerbino": la pietra tombale sulla leader dall'ex governatore Pd
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Source: Libero Quotidiano
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G7, emergenza Patriot a Kiev Armi e prestiti dai fondi russi
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Drammatico appello di Kuleba. L’ipotesi di usare gli interessi sugli asset russi a garanzia di soldi all’UcrainaDrammatico appello di Kuleba.[…]
Source: Corriere.it - Homepage
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Sì, candidiamo Ilaria Salis, o forse no, ma in realtà sì. Per tutta la giornata abbiamo sperato si trattasse di[…]
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Source: Gazzetta.it
Intervista con la scrittrice Ginevra Roberta Cardinaletti
- Dettagli
- Published on Domenica, 02 Luglio 2017 11:51
- Scritto da Andrea Turetta
- Visite: 525
Di seguito un’intervista gentilmente rilasciata dalla valente scrittrice Roberta Ginevra Cardinaletti che ha fatto uscire il suo nuovo libro, “Undici donne”…
E’ uscito il tuo nuovo libro. Puoi presentarcelo in breve?
Sono undici donne che si raccontano in prima persona, proprio come si scrive su un diario, e ci permettono di entrare nei loro pensieri più intimi. Sono storie, stati d’animo, paure e sensazioni che abbiamo vissuto un po’ tutti. Ancor prima che undici donne, sono undici persone. Ognuno che lo legge può trovarci qualcosa di sé.
Ha richiesto molto tempo la sua preparazione?
Alcuni mesi, ma forse una vita intera. Questo libro è frutto della mia esperienza, di tutto ciò che ho ascoltato, vissuto, assimilato. Ogni donna che ho incontrato mi ha regalato qualcosa di sé e io nel tempo l’ho fatto mio. Dopo aver raccolto tutti questi spunti, ho fatto un lavoro approfondito di rielaborazione e organizzazione, sono stati i mattoni per costruire qualcosa in cui non ho trascurato nessun dettaglio, dalla scelta dei nomi, all’ordine dei racconti, allo stile, ai riferimenti.
L’idea di base, da cosa è partita?
Con questo libro ho voluto restituire il lato umano a tutte le persone che nell’immaginario vengono relegate a dei cliché o, ancora più spesso, al fatidico “a me non succederà mai”. Ho voluto raccontare la realtà, ciò che c’è dietro le apparenze. Se potessimo vedere cosa c’è veramente nei pensieri delle persone che incontriamo ogni giorno, ci accorgeremmo che ci sono interi mondi, più articolati, complessi e profondi di molti film.
La passione per la scrittura ed il giornalismo è nata fin da bambina o si è sviluppata più in là negli anni?
Io e la mia passione per la scrittura siamo nate insieme. Da bambina amavo scegliere con cura le parole più appropriate quando scrivevo i primi temi per la scuola. Oltre che con le bambole, ho sempre amato giocare con le parole. Già a quattro anni mi piaceva inventare parole nuove, quando ancora non sapevo scriverle.
Ci sono tanti scrittori che ti piacciono e che in qualche maniera hanno dato una mano a ricercare un tuo stile?
Il mio stile credo sia solo mio, è il mio modo di dar voce a ciò che ho dentro, ma ho imparato molto dagli autori che ho letto. Irvine Welsh, per esempio, mi ha insegnato la potenza del linguaggio vero, diretto, crudo, senza filtri o abbellimenti, sincero. Jane Austen mi ha insegnato l’ironia sottile, la raffinatezza del pensiero.
Un buon autore non deve mancare credo, di fare delle ricerche accurate per poi proporre delle storie credibili… vale anche per te?
Credo che il modo migliore per proporre storie credibili sia sapere osservare e saper ascoltare le storie reali, ed essere sempre curiosi. Io sono alla ricerca continua di idee, spunti, conoscenze, ho una curiosità che mi spinge a rinnovarmi ogni giorno. Anche un aneddoto raccontato al bar o uno spot pubblicitario in tv possono essere uno spunto di riflessione e di costruzione di un’idea, di una storia. L’importante poi è fare un lavoro accurato con il materiale che si raccoglie, un libro non è una semplice idea, un libro è un’opera costruita con cura, conoscenze, accortezze, tempo e dedizione.
Oggi, a fare un mestiere come quello dello scrittore, ci si guadagna qualcosa o è più un discorso di passione e gratificazione personale, slegate dal lato economico?
Fatte le dovute eccezioni, ciò che muove la scrittura è unicamente la passione, che è appagante, ma è poco efficace per l’appetito. Ci sono poi tanti aspetti positivi che possono derivare dalla pubblicazione di un libro. Io, per esempio, con il mio precedente libro non mi sono arricchita, ma mi hanno letto moltissime persone, mi hanno contattato, mi hanno intervistato, mi hanno invitato a intervenire a presentazioni ed eventi, mi hanno scritto per complimentarsi, mi hanno fatto capire che ero riuscita davvero a trasmettere qualcosa di importante.
Bene o male, chi scrive libri offre comunque un ruolo legato alla diffusione della cultura. In Italia, si legge forse ancora poco… Cosa si potrebbe fare per incrementare il numero di lettori non sporadici?
Iniziare a presentare la cultura come qualcosa per tutti, non di élite. Non bisogna per forza leggere libri impegnativi o difficili da comprendere, ci sono libri divertenti, allegri, semplici, spensierati. La lettura è svago. Un altro aspetto su cui riflettere è che le persone amano più scrivere che leggere. Sono gli scrittori stessi che dovrebbero iniziare a leggere di più. Io ho pubblicato il mio primo libro, “Il peggio è passato e gli ho sorriso”, a quarantadue anni, dopo aver letto moltissimi libri e di ogni genere. Continuo anche ora a leggere moltissimo, è il primo indispensabile passo per capire come avvicinarsi alla scrittura. E’ sempre più diffusa l’abitudine di scrivere libri senza averne letti, questo non fa bene alla cultura.
Leggevo un dato che forse offre un po’ di speranza per il futuro dell’editoria. I bambini leggono parecchio, più di molti adulti…
Le abitudini sociali sono sempre in veloce divenire, quindi non saprei fare una previsione in questo senso. La speranza è che si riscopra il gusto della lettura, è un modo per crescere, ma anche per sognare. I libri, così come i film e i viaggi, permettono di vivere molte vite in una vita sola. Spesso si legge “male”, cioè invece di leggere un articolo di giornale, ci si limita a leggerne il titolo su internet, invece di leggere un libro, se ne leggono le citazioni sui social network. Questo non aiuta la riflessione, la comprensione, la crescita personale.
La tecnologia sta cambiando il modo d’intendere l’editoria e la scrittura?
Sì, il cambiamento è continuo e anche molto veloce, e come in tutti i settori ci sono i pro e i contro. Non è necessariamente tutto negativo, il bello dei cambiamenti è che lasciano sempre spazio a nuove opportunità.
Cosa consigliare a chi desiderasse intraprendere la strada della scrittura?
Chiedere sempre riscontri, e se necessario anche aiuto, a persone esperte, che possano indirizzarlo per costruire le proprie opere. Non basta una buona idea o la passione per la scrittura, ci sono tanti accorgimenti da seguire, che non si possono improvvisare.
Si ringrazia Laura Gorini per la cortese collaborazione